MONTJUSTIN
Montjustin, Alta Provenza. 49 abitanti. Un minuscolo cimitero.
Qui riposa Henri Cartier-Bresson, adagiato in un piccolo poggio con due sole tombe, all’ombra di un giovane ulivo, sotto la terra dove crescono, selvaggi e odorosi, ciuffi di lavanda.
Accanto a lui Martine Franck, sua sposa e compagna, anch’essa straordinaria fotografa.
Lo hanno chiamato “l’occhio del secolo”.
Ed effettivamente il secolo (XIX), HCB lo ha attraversato tutto, nei suoi 96 anni di vita.
La carneficina della grande guerra. L’ascesa dei totalitarismi in Europa. La guerra di Spagna. Il surrealismo e le avanguardie artistiche. L’epidemia di “spagnola”.
La seconda guerra mondiale, l’Europa di nuovo in fiamme. L’olocausto. La bomba atomica.
E poi il dopoguerra, la nascita di Israele, la fine del colonialismo, Gandhi, la guerra fredda, l’assassinio di Kennedy, la conquista dello spazio, l’uomo sulla luna.
Ed il ’68. Il terrorismo. Il disfacimento dell’URSS. Il crollo del muro di Berlino.
L’avvento dell’era digitale. Il nuovo millennio.
Quanta vita, per il fondatore di Magnum.